
Uomo del mio tempo
di Salvatore Quasimodo
Sei ancora quello
della pietra e
della fionda;
uomo del mio tempo.
Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto -
dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura.
T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo.
Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
“Andiamo ai campi!”.
E quell'eco fredda, tenace
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate,
o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri,
il vento,
coprono il loro cuore.
Foto di Giovanni D'Angelo